Da Treviso alla Virginia, passando per Harvard: la storia di Chiara
Indice
- Lasciamo la parola a Chiara, per raccontarci qualcosa di più su di sè e sul suo percorso all’estero.
- Ci racconti com’è stata la tua esperienza al HMUN di Boston?
- Come ti sei preparata all’incontro?
- Cos’hai imparato durante questa esperienza?
- Ed ora qualche domanda sulla tua esperienza negli USA con YouAbroad…
- Quale consiglio daresti ai futuri exchange student che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso?
- Quanto pensi che il fatto di aver studiato all’estero ti abbia dato una marcia in più nel raggiungere quest’importante traguardo?
- Consiglieresti YouAbroad a un futuro studente e perché?
Chiara Bargellesi è stata la prima studentessa italiana ad aver ricevuto una menzione d’onore dall’Università di Harvard; il Ministro dell’Istruzione le ha telefonato per complimentarsi.
Vi presentiamo Chiara, la nostra exchange student negli Stati Uniti che recentemente ha raggiunto un importantissimo traguardo, fonte d’orgoglio per il nostro Paese.
Chiara è stata la prima studentessa italiana ad aver ricevuto una menzione d’onore dall’Università di Harvard per la sua partecipazione alla 65esima edizione del progetto “Harvard Model United Nations” (HMUN), la più grande simulazione a livello mondiale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Ogni anno più di 3.000 studenti da tutto il mondo si preparano alla manifestazione approfondendo la storia e le politiche dello Stato a loro assegnato per poi presentarne le istanze come in una vera e propria assemblea dell’ONU.
Chiara ha rappresentato la delegazione del Vietnam, lavorando per quattro giorni a stretto contatto con ragazzi provenienti da tutto il mondo.
Lasciamo la parola a Chiara, per raccontarci qualcosa di più su di sè e sul suo percorso all’estero.
“Sono Chiara Bargellesi, ho quasi 18 anni e fino al 22 agosto 2017 ho vissuto a Montebelluna (Treviso), frequentando il Liceo Scientifico Primo Levi.
Oggi mi trovo nella campagna degli Stati Uniti, a Suffolk in Virginia, per frequentare un anno di scuola superiore americana”.
Ci racconti com’è stata la tua esperienza al HMUN di Boston?
“L’esperienza di HMUN è stata una delle più incredibili di tutta la mia vita. Mi confronto ogni giorno con ragazzi americani, ma a Boston c’era il meglio del meglio degli studenti da tutto il mondo.
Devo ammettere che il primo giorno in particolare non è stato facile: la maggior parte degli studenti erano madrelingua o avevano partecipato a decine di model prima di questo, per me era solo il terzo e non vi nego che all’inizio mi sono sentita spaventata.
La mia commissione contava circa 130 ragazzi, uno più preparato e agguerrito dell’altro, e riuscire a far sentire le proprie idee non è stato semplice; alla fine però, il rispetto per gli altri, la collaborazione e la diplomazia mi hanno permesso di essere parte integrante del gruppo di lavoro, dando un buon contributo alla risoluzione finale”.
Come ti sei preparata all’incontro?
“Prepararsi all’incontro ha richiesto tanto tempo e dedizione. Le basi, come le regole di procedura, il format e l’inglese diplomatico, ho iniziato a studiarle e svilupparle sin da gennaio 2017, in preparazione del primo model.
Mi sono poi concentrata su uno studio approfondito del Vietnam nel mese precedente alla simulazione. Ho analizzato la storia e selezionato gli eventi storici più rilevanti legati alla Riforma delle Nazioni Unite e ho studiato le politiche, le leggi e le posizioni nei confronti delle varie tematiche.
Le conoscenze di geopolitica mi hanno permesso di unire i puntini e avere un quadro chiaro della situazione, che ho messo per iscritto in un position paper di quasi 10 pagine”.
Immaginiamo che l’emozione nel ricevere una menzione da un’istituzione così di rilievo come la Harvard University e una successiva telefonata dalla Ministra dell’Istruzione Fedeli, sia stata forte: te l’aspettavi?
Qual è stata la tua reazione quando hai sentito nominare lo Stato da te rappresentato?
“Ad essere sincera non me lo aspettavo per nulla. Sapevo di aver dato il meglio di me, ma c’erano così tanti ragazzi di talento, con grande presenza scenica e capacità oratorie che non pensavo di essere stata notata.
Sono stata stupita nel veder premiata la dedizione e l’impegno a proporre una soluzione concreta piuttosto che la capacità di spiccare. Quando ho sentito nominare il mio Stato ero confusa, quasi scioccata, mi sono alzata e sono andata a stringere la mano agli studenti di Harvard che mi hanno consegnato l’attestato, con un sorriso smagliante e il cuore palpitante.
La telefonata da parte della Ministra dell’Istruzione Fedeli è stata estremamente gradita e inaspettata, mi ha ringraziata per dimostrare il valore dei progetti che il MIUR sta promuovendo e io l’ho ringraziata di cuore per le opportunità che mi sono state date, poiché il mio percorso è iniziato proprio da un’iniziativa del MIUR-YounG7”.
Cos’hai imparato durante questa esperienza?
“Da questa esperienza ho imparato che è importante rimanere fedeli a sé stessi e ai propri ideali, rispettare le opinioni diverse e che il lavoro sodo ripaga sempre, l’importante è non mollare e crederci fino in fondo.
Il cambiamento nasce dalle piccole cose e da coloro che decidono di non accontentarsi”.
Ed ora qualche domanda sulla tua esperienza negli USA con YouAbroad… da chi è nata l’idea di intraprendere un’esperienza di studio all’estero?
“L’idea di studiare all’estero è stata mia, desideravo partire da anni ormai, ma ho avuto la fortuna di avere i miei genitori al mio fianco lungo tutto il percorso. Mi hanno sempre supportata, riconoscendo il potenziale dell’esperienza”.
Quale consiglio daresti ai futuri exchange student che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso?
“Il mio consiglio più vivo è quello di buttarsi e di non avere paura di nulla. Non è sempre facile, ma sarà una delle esperienze più belle di tutta la vostra vita. L’anno o semestre che vivrete all’estero ha un valore inestimabile e vi cambierà radicalmente. Divertitevi, fate più cose possibili e cogliete ogni occasione!”
Quanto pensi che il fatto di aver studiato all’estero ti abbia dato una marcia in più nel raggiungere quest’importante traguardo?
“Studiare all’estero ha sicuramente fatto la differenza. Poter affrontare il model con una buona conoscenza dell’inglese e l’apertura mentale che si sviluppa durante un’esperienza come l’Anno all’Estero sono stati elementi vitali.
La capacità di comunicare in maniera efficace con culture diverse è stata importante, così come lo è stata l’abilità di valorizzare i propri punti di forza, elemento su cui mi sono soffermata in modo particolare durante questi mesi, grazie all’immersione nel sistema scolastico americano”.
Consiglieresti YouAbroad a un futuro studente e perché?
Consiglierei sicuramente YouAbroad a un futuro studente. Il Team è sempre stato molto disponibile e mi ha supportata e aiutata durante tutto il percorso e mi sono stati vicini per ogni necessità.
Il servizio di supporto che offrono è amichevole, sempre raggiungibile e pronto ad ascoltare. Anche durante le prime fasi di questo percorso, quando ancora ero in Italia, YouAbroad mi ha seguita passo passo facilitando ogni passaggio.”
Noi facciamo un grandissimo in bocca al lupo a Chiara per tutto ciò che le riserverà il futuro e speriamo che la sua esperienza possa essere di stimolo per tanti altri studenti italiani desiderosi di far sentire la propria voce nel mondo.
E come dice Chiara “Il cambiamento nasce dalle piccole cose e da coloro che decidono di non accontentarsi”.